013. Il morto camminante

Beh, è stato bello finchè è durato. Mi sono divertita a scrivere questa rubrica, e mi ha fatto piacere vedere che qualcuno leggesse, commentasse, aspettasse nuovo materiale. Mi dispiace che il viaggio si sia concluso dopo soli 13 (più uno speciale) consigli, ma così è andata.
Grazie, miei pisellini, per aver prestato attenzione a questa vecchia mamma.
Potrei dirvi che questo gioco è un caspio di capolavoro e finirla qui. Perchè non ci sarebbero bisogno di altre parole. Perchè probabilmente questo consiglio potrebbe diventare una pagina word in cui dico semplicemente che questo gioco è un dannato capolavoro. Ma non sarebbe così divertente sfracassarvi le scatole, ergo tenterò di argomentare.
The Walking Dead è ormai un brand famosissimo e di culto, con la serie tv, il gioco basato sulla serie tv (che è quello brutto) e altro. Ma a noi non importa.
Si potrebbe partire dal fumetto, che è la vera origine di tutto, ma si potrebbe anche non farlo, dato che nel videogioco si ha a che fare con storie parallele a quelle narrate nel fumetto, dove giusto un paio di personaggi fanno da ponte tra un filone narrativo e l'altro, ma sostanzialmente si può giocare tranquillamente al gioco senza conoscer nulla né del fumetto né della serie tv, come ho fatto io.
Nonostante ciò, mi è parso d'obbligo citare il fumetto perché lo stile grafico è estremamente fumettoso, con i suoi bordi spessi e i tratti fisici (specialmente quelli dei volti) marcati, al limite dell'esagerato. È anche un modo sottile per sopperire alla poca brillantezza del comparto grafico, con uno stile che può invecchiare molto meglio di uno realistico.

Ma tanto, con un gioco del genere, non se ne fanno nulla della potenza tecnologica.
Il gioco narra la storia di Lee Everett, un tizio che si potrebbe definire qualunque, se non fosse che lo troviamo ammanettato e in una autopattuglia, mentre viene portato in prigione. Non vi sto a dire perché si trova là, lo scoprirete da voi. Mentre viaggiate e chiacchierate con un amabile poliziotto -per quanto possa essere amabile la situazione- notate che molti mezzi delle forze dell'ordine, quali auto ed elicotteri, stanno andando ad Atlanta, nella direzione opposta alla vostra. Dopo un minuto o poco più un simpatico “errante” (per gli amici: zombie) si fa bellamente investire, causando un incidente in cui muore il poliziotto e Lee si ferisce ad una gamba. Dopo una fuga rocambolesca dal rottame e da un paio di amici dello zombie di prima, arriva in una villetta apparentemente disabitata, se non fosse per una ragazzina di nome Clementine. Lee e Clementine faranno squadra nel tentativo di sopravvivere a questa misteriosa apocalisse zombie, ma anche ai sopravvissuti che farebbero di tutto pur di rimanere vivi.
Come dicono spesso nel gioco, “I morti sono facili da fregare. Sono i vivi quelli di cui preoccuparsi.”
Le meccaniche di gioco sono schifosamente semplici: si ha un'alternanza di sezioni punta-e-clicca, in pieno stile LucasArt, con altre in cui i QTE prendono il posto; ogni tanto i due generi si mescolano pure, con sezioni punta-e-clicca da eseguire in tempi stretti. Ci sono alcuni semplici enigmi da risolvere, niente a che vedere con l'assurdità dei Monkey Island, e molti, moltissimi dialoghi da gestire.
E molto di quanto accade dipende dal giocatore.
Eh già, perché dovete stare attenti a come reagite, a cosa date la priorità, a chi date priorità ed appoggio, perché vi ritroverete in situazioni del tipo “chi deve andare per primo a fare la cacca?” a “a chi salvi la vita tra tizio che adori e altro tizio che adori?”. Perchè, oltre ad una trama allo stesso tempo solida, avvolgente e plasmabile in maniera plausibile, si ha pure un bel gruppo di sopravvissuti, con le sue continue entrate ed uscite di personaggi, che non ha da invidiare a nessuno. Un gruppo di personaggi veritieri, che si evolvono in base a ciò che accade intorno, ma che allo stesso tempo hanno una loro personalità ben precisa e un modo di agire che sotto sotto ti aspetti, ma non così tanto, perché questo gioco ha tanti colpi di scena. Ma tanti tanti. Così tanti che alla fine quasi ci si abitua, se non fosse che solitamente sono del tipo “dalla padella alla brace”, e quasi sempre sono delle botte di FEELS che manco la conferenza dell'E3 di EA di quest'anno.

Vi giuro, in certe situazioni ci sono rimasta di un male, ma di un male, che il solo pensare di fare una seconda run per provare scelte differenti mi fa pensare che sia leggermente masochista, ma lo voglio fare perché questo gioco è un'esperienza così bella che vale tutti i FEELS.

Nooo, l'ultimo consiglio! ç__ç
Non vado matto per i punta e clicca, ne tanto meno per i QTE, ma sembra comunque interessante, anche perché sospetto che verranno trattati molti temi molto profondi, insomma niente di superficiale. Mi intriga molto il fatto che il gioco cambi in base alle scelte. È vero, ormai succede in molti giochi, ma questo sembra avere qualcosa di speciale. Quanto dura, più o meno?

Gioco fantastico, mi ha fatto sentire il peso di ogni scelta che ho fatto, davvero.