Ognuno di noi, nel corso della sua vita, è venuto in contatto con prodotti di ogni media: ci sono stati quelli brutti, quelli belli, quelli che consideriamo dei capolavori, quelli che ci ritroviamo perennemente tra i piedi pur non sopportandoli, quelli per cui ci andiamo in fissa. E poi ci sono quelli specialissimi, senza i quali non avremmo compiuto scelte che, nel lungo periodo, si sarebbero rivelate fondamentali per il nostro sviluppo come persone, in termini di gusti, di amicizie, di scelte di vita. O almeno, io ce li ho alcuni (e preparatevi al listone che sto per scrivere), voi invece?
Perché potrebbe essere benissimo solo una cosa mia, una fisima nel caso migliore o il segno di qualche brutto disturbo in quello peggiore
- SPOILER | Mostra
- Tomb Raider II (1997/98): Tomb Raider non è stato certo il mio primo videogioco, ma è stato il primo videogioco a cui mi appassionai seriamente. Essendo di mio zio, ed essendo io piccola e reputandomi incapace di affrontare simili pericoli virtuali, ero una spettatrice, più che una giocatrice, ma in ogni caso quel titolo è stato il gioco che mi ha fatto capire quanto il media potesse rientrare nelle mie corde.
- I romanzi di Roald Dahl (~1999): anche qua, i libri di Roald Dahl, autore di capolavori per ragazzi come La Fabbrica di Cioccolato e Matilde (o Matilda), non sono stati i primi libri che io abbia mai letto, ma quelli che mi hanno fatto scoprire quanta magia ci fosse nelle storie scritte, quanti mondi fantastici, quante finte persone per cui provare veri sentimenti si nascondessero dentro le pagine di un libro. Ero inizialmente indecisa se citare anche Harry Potter, ma mi sono resa conto che la saga del maghetto inglese non ha pesato così tanto quanto Willy Wonka.
- La Saga di Paperon de' Paperoni (~2000): quando un mio amichetto delle elementari mi prestò questo mattone, in quanto entrambi avidi lettori di Topolino, rimasi inizialmente perplessa, ma poi fui catturata. Ancora oggi considero questa monografia di Paperone ad opera di Don Rosa uno dei punti più alti del fumetto Disney, e della produzione mondiale. Consiglio a chiunque piace leggere di recuperare questo capolavoro indiscusso, se non lo conoscete, perché rimarrete scioccati da quanto dei paperi antropomorfi possano essere così... umani. In ogni caso, se non fosse stato per questo tomo, probabilmente non mi sarei trascinata la mia predilezione per i fumetti Disney per tutta la mia adolescenza, anche se ad un certo punto la staffetta è passata a qualcos'altro...
- Tutta la produzione su PK (2004): In un periodo in cui Topolino non mi bastava per passare il tempo, W.I.T.C.H. mi stava cominciando ad annoiare (diciamocelo, una volta non avevo la pazienza di attendere per sapere come proseguiva una storia a puntate), andai in edicola e presi un numero di PK Frittole; la serie non mi era totalmente estranea, avevo un paio di altri numeri della testata, perciò cominciai ad acquistarlo regolarmente. Fu un mezzo colpo al cuore sapere che a distanza meno di un anno la testata sarebbe stata chiusa, a favore delle ristampe di PKNA. Come per la Saga, anche qua ero inizialmente scettica sulla validità di una serie vecchia di quasi 10 anni, ma nel giro di quattro numeri fu amore, un amore lungo e duraturo che ancora oggi mi fa palpitare e hyppare come una scimmia all'annuncio di qualunque cosa legata al franchise. L'importanza di PK però non si ferma solo qua: con PK ho scoperto le prime fanfiction, e googlando PKNA mi sono imbattuta nel mio primo forum. Di questo parlerò meglio dopo, perché se oggi son qua, veterana del web, esploratrice dei peggiori anfratti, è solo in parte merito/colpa di PK, dato che deve spartire con...
- Mario & Luigi: Superstar Saga (2004): pur essendo al tempo una fan sfegatata di Sony, mi doleva ammettere che i giochi di Mario erano belli. Già l'anno precedente avevo fatto la conoscenza di Super Mario Advance 2/Super Mario World, grazie al GBA che un mio amico mi prestò per una settimana. L'anno successivo quello stesso amico arrivò con un CD con emulatore e tante ROM come regalo, e tra queste c'era lui, Superstar Saga, titolo che giocammo insieme per un po', e che poi continuai da sola finché non arrivai ad un punto in cui la ROM si bloccava, cosa che mi fece rimanere di un male assurdo. Nonostante non completai il titolo se non un paio di anni fa, fui folgorata; fu grazie a lui che maturai il mio amore per la serie del baffuto idraulico, e, in particolare, per Bowser, il nostro tartarugone malvagio preferito, un personaggio che quasi si meriterebbe un punto a parte per quanto lo ami, e per quanto mi abbia influenzato riguardo all'apprezzamento dei personaggi malvagi. Inoltre, come per PK, per colpa/merito suo conobbi Newgrounds, Youtube e vari altri siti, e fu proprio grazie ad un'animazione Flash di Mario che conobbi i Queen, il gruppo che mi disintossicò di buona parte della mia bimbominkiaggine. Inoltre, tornando al mio primo forum, la cosa che mi convinse ad iscrivermi non fu soltanto il topic di PKNA, ma che ci fosse una ragazza che vi scriveva con l'avatar di Bowser! Una combo che ai miei occhi risultò perfetta.
- NANA (2007): Nana fu il primo anime, e in generale, la prima serie che seguii con costanza, dall'inizio alla fine, senza mancare nemmeno un episodio. Non mi sarei mai interessata se non ne avessero parlato nel forum già citato, che trattava di media giapponesi; grazie a quel topic mi sono avvicinata all'animazione e al fumetto nipponico, facendomi diventare praticamente una giappominchia. Ovviamente Nana non fu l'unico anime e manga che seguii, ma è quello più emblematico perché rappresentò la porta a quel mondo, così come fu il primo franchise a farmi pensare di fare cosplay. Inoltre, grazie a Nana e agli manga e anime che seguivo, conobbi sempre più nuovi forum e persone nel web.
- Super Mario Galaxy e Super Smash Bros. Brawl (2008): nel corso degli anni, la mia passione per i videogiochi sembrava fosse scemata del tutto, lasciandomi totalmente indifferente a buona parte delle produzioni, con qualche piccola eccezione. Poi, provai Super Mario Galaxy e Brawl, ed ebbi l'ennesima conferma di quanto fossi idiota piena di pregiudizi; non è che non mi piacevano più i videogiochi, è che non volevo provare cose nuove. Riavvicinarmi al mondo dei videogiochi ha significato avvicinarmi a nuovi angoli di web su cui prima non avrei mai posato gli occhi, uno tra tutti proprio il Mario's Castle. Se non fosse stato così, non solo non starei qua a scrivere questo noioso wall of text di cui nessuno importa, ma non avrei conosciuto dal vivo Zack, Xervils, e altri, e forse non avrei scelto Ingegneria Informatica come facoltà universitaria.
- Team Fortress 2 (2012): dopo anni di tentennamenti, ripensamenti, attesa di una buona connessione, naturale repulsione alla prima persona, finalmente installai Steam, e nel giro di subito cominciai ad acquistare titoli su titoli che non avrei potuto giocare su Wii. Fu una prima caduta nella tana del Bianconiglio, perché mi permise di giocare titoli che mai avrei pensato di giocare e apprezzare, di allargare i miei orizzonti di giocatrice, ma anche come persona, perché una nuova nozione non viene mai da sé, ma sempre accompagnata da un contesto. La vera caduta fu però quando cominciai a giocare e ad interessarmi alla lore e al fandom di Team Fortress 2: come potevo non appassionarmi ad un franchise che sfruttava ben tre media (videogioco, fumetto, animazione) per raccontare l'universo narrativo? Il colpo finale me lo diede Tumblr., dato che all'interno del social vi erano (e sono) molti fan della serie con cui condividere materiale. Per colpa/merito di Tf2, non solo ho superato la mia avversione ai giochi in prima persona, ma mi sono anche riavvicinata ai film d'animazione (proprio in quel periodo ho recuperato tutta la filmografia Pixar) e al fumetto occidentale, che, Pk e pochissime altre eccezioni a parte, avevo sempre bellamente snobbato.
- Le Bizzarre Avventure di Jojo e le opere di Naoki Urasawa (2012/13): se proprio nello stesso periodo mi stavo riavvicinando all'animazione e al fumetto occidentale, a lungo ostracizzato in favore della presunta superiorità delle produzioni nipponiche, da qualche tempo stava avvenendo un generale congelamento del mio fervore riguardo manga e anime; vuoi un allontamento dal target, vuoi una continua riproposizione di temi e situazioni simili anche in prodotti diversi, pian piano ero sempre meno entusiasta. E poi sono arrivati Pluto, Monster e Jojo a darmi la conferma che il mio sentimento non era una mera sensazione, ma una nuova presa di coscienza: buona parte della produzione per cui una volta avrei messo su altarini, risultava veramente scarsa nei confronti di opere come le suddette, che, pur essendo sempre manga, risultavano veramente superiori in ogni frangente. E dopo opere del genere, come avrei più potuto apprezzare qualcosa come Hetalia, o gli shojo da quattro soldi?
Ed eccomi qua, giunta alla fine di questo ripercorrere della mia vita. Elencando mi sono resa conto di aver omesso molti altri input importanti (Dragonball, 1984, la serie di MOTHER, l'impatto che ha avuto iscrivermi a Deviantart, ecc.), ma la lista sarebbe divenuta veramente infinita. Ho inserito solo le cose che non solo hanno avuto più di una ripercussione sulla mia crescita, ma anche di chi mi sta intorno; scrivendo questo lungo post mi sono resa conto che se non fossi incappata in certe cose durante la mia adolescenza, e addirittura, durante la mia infanzia, non sarei fidanzata con Mahakam, non starei studiando per diventare ingegnera, non avrei certe idee a livello politico e sociale. Molto di quanto ho riportato sopra è collegato, tant'è che posso affermare che se non mi fosse piaciuto leggere sin da quando ho appreso a farlo con altissime probabilità non sarei qua a sproloquiare.
That is not dead which can eternal lie, and with strange aeons, even death may die.