#02 Il Detective indaga... i Bootleg [2/4]

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    Benvenuti alla seconda parte del mio articolo sui bootleg! Nella prima parte del nostro viaggio abbiamo visto l'inizio dei giochi senza licenza, dando uno sguardo più approfondito a software house come Tengen o Color Dreams. Abbiamo scalfito solo la punta dell'iceberg. È arrivato il momento di parlare un po' dei Famicloni, degli add-on, e soprattutto, delle storie che portano con sé.

    Come ti clono il Famicom
    Il PocketFami
    Prima di immergerci nel discorso Famiclone è meglio fare un po' di chiarezza: Era possibile replicare l'hardware della console senza incappare in problemi legali con Nintendo?
    È sempre stato illegale, MA oggi è possibile realizzare cloni del NES. Infatti, tutti i Famicloni degli anni '80 e '90 erano macchine vendute senza la licenza Nintendo. Oggi, è possibile realizzare e mettere in vendita un clone dell'otto bit Nintendo, questo grazie alla scadenza dei diritti relativa ai componenti della console. È solo questione di tempo prima che lo stesso accada con altre console del passato. Nel 2005 Nintendo chiamò in tribunale l'azienda GameTech per la vendita del PocketFami, un famiclone portatile. Nintendo però perse la causa contro la GameTech, visto i brevetti del Famicom erano scaduti nel 2003, nel 2005 toccò invece a quelli del NES, in special modo i brevetti del chip 10NES.

    Molti Famicloni di oggi emulano l'hardware interno della console su un solo chip denominato NOAC, sigla che sta per NES-on-a-chip. Questo chip porta con sé dei problemi di compatibilità. Infatti, sarebbe azzardato parlare di una compatibilità completa con il parco software della console. Ora, siamo pronti ad affrontare il discorso Famiclone come si deve.
    L'Europa dell'est
    Quell'elefante mi fa paura
    È l'anno 1992, in Russia il mercato videoludico era ancora una nicchia per pochi, possiamo anche dire che per videogioco si intendevano dei cloni cinesi dei Game & Watch, di Tetris o di altre console o computer. come lo ZX Spectrum. Nintendo non aveva ancora iniziato a vendere console in questi paesi, permettendo quindi a compagnie come la Steepler, di immettere sul mercato una loro console, o meglio, un clone del Famicom: il Dendy. Il costo della console era di 39000 rubli (94 dollari americani), e accompagnato da una buona campagna marketing vennero piazzate nel corso della sua vita ben 1.5-2 milioni di console.
    Nel 1994 inizia la trasmissione dello show TV "Dendy: The New Reality" che si occupava di pubblicizzare i giochi per la console. Famosa fu in Russia la sigla di apertura <Dendy, Dendy! We love Dendy! Dendy -- everyone plays it!>.


    Una puntata dello show "Dendy: The New Reality"
    Il Dendy Classic
    Abbiamo anche l'entrata nel mercato Russo di SEGA con il suo Mega Drive e di due nuovi Famicloni, Kenga e Bitman. Solo verso la fine di quell'anno la Steepler riuscirà a firmare un accordo in esclusiva con Nintendo per la pubblicazione del Super Nintendo e del Game Boy, ciò a costo di non pubblicizzare il Mega Drive di SEGA.
    La Steepler non ebbe comunque vita lunga, la società chiuse in meno di quattro anni, nel 1996. Non sono chiare le motivazioni dietro questa scelta, ma si racconta che a causa della commercializzazione dei giochi originali Nintendo, la Steepler non riuscì più a sostenere i costi, a differenza dei giochi pirata che portavano più guadagni alla società. È bene ricordare infatti, che molti big del settore videoludico si occuparono solo tardivamente dei paesi dell'Europa dell'est.
    La cartuccia di Duck Tales
    Parlando della console in sé, il Dendy non supportava i normali giochi per NES per via di una differerente forma della cartuccia e dei circuiti stampati (PCB), rifacendosi piuttosto alle cartucce del Famicom da cui si basava l'hardware. Esteticamente, il Dendy ricalcava molto il Famicom, con dei colori tendenti al grigio. Tutti i giochi per Dendy non erano altro che versioni non originali di giochi già presenti su NES, o di giochi pirata. Per dire, fu pubblicato anche Somari!
    La Steepler si occupava di vendere tutti i giochi che potevano capire per la console, non importava quale, bastava mettere un adesivo e vendere il gioco. Vi lascio qui sotto uno spezzone dello show, dedicato a Somari, a voi le considerazioni finali.



    Copyright? Ma chissenefrega!
    Il Dendy fu comunque un tassello importante per il mercato Russo, visto diede inizio all'arrivo di altri competitor nel territorio. Sicuramente la situazione non sarà come quella presente qua in Italia, ma qualche progresso c'è stato. La stessa Nintendo cominciò a supportare dal Super Nintendo in poi la Russia, pensiamo ad esempio al caso più recente con Super Mario 3D Land, che fu il primo gioco di Mario ad essere tradotto interamente in cirillico.

    Il mercato asiatico

    Il nostro viaggio in giro per il mondo si ferma ora in Asia, dove daremo uno sguardo più approfondito sui bootleg e le software house del posto. Il continente asiatico è stato probabilmente il più produttivo in questo settore, fra Hong Kong, Taiwan e lo stesso Giappone. Tante software house si sono cimentate nella produzione di giochi senza licenza per il Famicom o nella realizzazione di cloni dello stesso, fra alti e bassi.

    Fra i produttori più famosi abbiamo la Sinango, che probabilmente ricorderete per:
    È arrivato il Power Player Super Joy, il migliore, il più potente, il più economico, solo per voi più economico però, perché costerebbe un sacco di soldi. Stiamo parlando di un eccezionale videogame, un eccezionale che vi consentirà di fare 1000 giochi (eh, si fa per dire sono esattamente 73) ma sono tanti con un sacco di optional. insomma di giocare veramente con gioia, voi e tutta la famiglia.
    Chi può scordarsi del mitico Roberto Artigiani. Solitamente tendo ad evitare le pubblicità, ma per questa faccio sempre un'eccezione, di quasi dieci minuti.
    L'hardware del NES era rinchiuso all'interno di una scopiazzatura del controller del Nintendo 64, che era possibile anche usare per giocare. Inoltre, si poteva giocare con due giocatori collegando un secondo controller, fortemente copiato da quello del SEGA Mega Drive, al primo. Fra i giochi presenti vi erano comunque alcuni grandi classici per NES, come Super Mario Bros., Duck Hunt o Ice Climbers. Non c'è da stupirsi se nel 2005 la Nintendo cercò di bloccare pesantemente le vendite di questo clone in America ricorrendo anche per vie legali. Fra tutti i Famicloni è probabilmente il migliore, se lo trovate dal vostro cinese di fiducia compratelo.

    Avete sempre desiderato giocare a Super Mario Bros. in giro? Il GamePad del Wii U non riesce a mandare in streaming i giochi per NES mentre siete in bagno? Non avete un 3DS? (cosa fermosi ) Ecco a voi il Game Axe Color! Realizzato dalla Taiwanese Redant si tratta di un Famiclone portatile, che permette di utilizzare le cartucce originali dei giochi per Famicom. Insomma, il SEGA Nomad dei Famicloni. Utilizzando un apposito adattatore è anche possibile usare le cartucce del NES, peccato però che basti un solo brusco movimento per freezare i giochi, visto non ci vuole nulla a far spostare i contatti della cartuccia con la console.
    Il Pegasus
    Altro Famiclone abbastanza famoso qui in Italia è la PolyStation. Ne sono state prodotte varie versioni, come la Polystation II, Polystation III e la Super Polystation, che riprendevano lo stile delle console Sony più recenti. Alcune versioni della console includevano una hack rom di Super Mario Bros. dove al posto di Mario era presente Pikachu. Sempre dal Taiwan vi era l'azienda Micro Genius, la quale si occupò anche di pubblicare e sviluppare giochi per Famicom e NES. Hanno lavorato anche a vari Famicloni, come l'IQ-501 e l'IQ-502 (viva la fantasia) che in Russia non erano altro che il Dendy Classic 1 e 2 sotto altro nome. In Polonia l'IQ-502 venne messo in vendita come Pegasus.


    La famosa PolyStation
    Il Tristar 64
    Durante la metà degli anni '90 un'azienda di Hong Kong, la Future Laboratory, stava lavorando ad un add-on per il Nintendo 64, che avrebbe dovuto emulare l'hardware del NES e del Super Nintendo, permettendo di utilizzare le cartucce originali. L'add-on venne in seguito rilasciato col nome di Tristar 64. Questo particolare add-on includeva anche un programma chiamato X-Terminator, che serviva per inserire i trucchi nei giochi, e un Memory Editor, che avrebbe permesso di salvare e modificare i salvataggi di gioco. Un oggetto del genere richiedeva comunque un cavo di alimentazione esterna oltre a quello del Nintendo 64.



    Il Tristar 64 in azione
    Il Super 8
    Tutto bello, vero? Peccato però che svariati giochi, come ad esempio Super Mario RPG, erano impossibili da emulare per via dei loro chip speciali (come il SA-1) inclusi nelle cartucce. Ancora oggi è difficile emulare perfettamente console come il Super Nintendo, o lo stesso Nintendo 64, molti giochi facevano utilizzo di chip speciali separati dall'hardware della console stessa.
    Anche su Super Nintendo venne rilasciato un add-on simile, chiamato Super 8, che si occupava di emulare sia i giochi del NES che quelli del Famicom. Anche qui però, visto l'emulazione avveniva per mezzo del NOAC, non era possibile ottenere un'emulazione precisa. Infatti, alcuni giochi, come Battletoads, non funzionano perfettamente.


    Esistono comunque tanti altri Famicloni, e ancora oggi ne vengono realizzati di nuovi (grazie ai brevetti scaduti) come il RetroN 5 o l'FC Twin. Oltre alle console Nintendo esistono cloni di altre console altrettanto famose. Recentemente, SEGA ha permesso alla Blaze di realizzare delle nuovi versioni del Mega Drive, mentre SNK ha rilasciato nel 2012 una versione portatile del Neo Geo, il Neo Geo X. Chissà se in futuro Nintendo vorrà rimettere in produzione, come è stato per il controller del GameCube, il NES o il Super Nintendo, magari riadattandoli ai nuovi standard imposti dalle televisioni.
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    Il Mega Drive della Blaze (ce l'ho!) e il Neo Geo X
    Il caso "Hacker International"
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    No, non è lui il capo di questa azienda, anche se le somiglianze ci sono.
    A differenza del NES, il Famicom e i suoi giochi non avevano delle protezioni particolari, permettendo dunque ad altre software house di rilasciare giochi senza il consenso di Nintendo. In Giappone, fece abbastanza scalpore una software house in particolare, la Hacker International.

    La Hacker International fu una software house giapponese che sviluppò e pubblico dal 1990 al 1994 giochi per il Famicom, Famicom Disk System, NEC PC Engine (chiamato da noi Turbografx-16), e il PC Engine CD. La società divenne in poco tempo abbastanza famosa per i loro giochi a tema erotico, che rappresentavano la nudità femminile come un premio per il giocatore. I loro giochi venivano venduti tramite ordine postale, molti di questi erano sviluppati da altre software house con sede in Taiwan, altri furono rilasciati anche in America per NES, e con delle versioni occidentalizzate delle ragazze protagoniste, dalla Panesian, o delle versioni censurate dalla Color Dreams.
    La rivista per
    Supa Hacka
    Il nome della società, Hacker, venne ideato da un imprenditore ed ex produttore musicale giapponese, Satoru Hagiwara, per una rivista mensile dedicata ai computer del periodo. Solo successivamente lo stesso Hagiwara fonderà la Hacker International. All'inizio, si occupavano di add-on per Famicom, come l'Hacker Junior, che aggiungeva il supporto al cavo composito e ai controller turbo, e il Disk Hacker, software che permetteva di creare delle proprie versioni masterizzate dei giochi per Famicom Disk System. Ai tempi bisognava recarsi in appositi chioschi ufficializzati dalla Nintendo e pagare 500 Yen per scaricare su una cartuccia vuota il gioco richiesto. Inutile dire che la risposta di Nintendo non si fece attendere. Lo stesso Hiroshi Yamauchi, allora presidente di Nintendo, si oppose fortemente alla presenza di contenuti pornografici nei giochi per Famicom, poiché temeva che avrebbero macchiato la reputazione della società. Dopotutto, si chiamava FAMILY Computer, no?


    Family Computer Magazine

    Un evento abbastanza famoso fu quello della rivista Family Computer Magazine, che pubblicizzò alcuni giochi della Hacker International, causando non pochi problemi per la Nintendo. La Tokuma Shoten, editrice della rivista, dovette mandare cinque dei suoi dirigenti a scusarsi di persona con Yamauchi per l'accaduto.
    Dopo questi eventi la Hacker International si spostò sul PC Engine, rilasciando i loro giochi sotto il nome di Games Express, aiutando la console con le vendite. Successivamente si spostarono su PlayStation rilasciando 15 giochi con il nome Map Japan. La società chiuse i battenti nel 2001 a causa della forte competizione e della perdita di interesse nel mercato videoludico da parte del fondatore dell'azienda.



    Come abbiamo visto, in Asia era più semplice il processo di rilasciare giochi senza licenza per Famicom, in quanto non ne esisteva una. Nella prossima parte parleremo finalmente dei giochi pirata e delle hack rom per Famicom. Vero argomento portante di tutto l'articolo. Oltre a certi titoli già noti ci sarà anche una nostra vecchia conoscenza, perciò... alla prossima!

    Si ringrazia BootlegGames Wiki per tutte le informazioni trovate in questo articolo
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    "On my business card, I am a corporate president. In my mind, I am a game developer. But in my heart, I am a gamer."
    1959 - 2015
    Grazie di tutto, Satoru

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    Storm - Red ♪ - Firo
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    *laughs*
    Un messaggio dallo staff
    Il forum è archiviato, adesso usiamo Discord per parlare quotidianamente.
    Se cerchi altro, trovi tutte le news sulla serie di Super Mario su Mariocastle.it, l'enciclopedia su Mariowiki.it e i nostri profili social qui. Grazie per aver postato nel forum nel corso degli anni, non ce ne dimenticheremo mai!
    Un messaggio dal cuore

     

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