Recensione – Pikmin 4

Recensione pubblicata anche sulla pagina Instagram La Tana dei Pikmin. Copia fisica ricevuta da Nintendo.

Pikmin 4. Un nome e un numero che non so quante volte ho ormai ripetuto in preda all’eccitazione, stupore, ansia e chi più ne ha più ne metta dopo che è stato annunciato quel fatidico 13 settembre. Dopo ben dieci anni di attesa dall’uscita di Pikmin 3 (senza levare nulla a riedizioni e spin-off, sia chiaro), eccoci finalmente con il quarto capitolo di questa piccola, ma contemporaneamente enorme, serie di giochi. Un capitolo che si è ritrovato il compito non solo di compiacere i fan ormai veterani, ma anche di approcciare nuovi appassionati. La posta in gioco era alta, anche perché sembrava cambiare non poche carte in tavola, prima tra tutte la visuale dal terreno in su anziché dall’alto. Dopo un’ottima demo che mi ha tenuto occupato per intere giornate e mi ha spinto a rigiocarla più volte, il dubbio di avere tra le mani un titolo valido o meno era ormai sciolto. Pensavo sarebbe uscito un ottimo gioco. Pikmin 4 è arrivato, ci ho giocato e ho fatto tutto quello che c’era da fare. Non è stato solo un ottimo gioco, è stata una delle mie esperienze migliori degli ultimi anni.

Una breve introduzione

Partiamo dalle basi: cos’è Pikmin e perché mai dovrebbe interessarmi? Pikmin cade sotto il genere di strategia in tempo reale, ossia un gioco in cui occorre pianificare diverse mansioni da portare a termine e l’azione avviene in maniera continua, senza aspettare determinati turni di gioco. Controlliamo un capitano (la maggior parte delle volte un povero naufrago che si è schiantato sul pianeta PNF-404, che ricorda spaventosamente un pianeta che conosciamo fin troppo bene) che ha a propria disposizione un esercito di piccoli esserini adorabili chiamati Pikmin. Questi Pikmin vengono comandati in gruppo o in solitaria per portare a termine i compiti. Quel che rende questa serie speciale è l’accessibilità: nonostante il genere non sia dei più semplici, in questi giochi far svolgere i compiti è tanto semplice quanto saltare in un gioco di piattaforme; basta mandare un gruppo di Pikmin con la pressione di un pulsante e ci penseranno loro a fare tutto il resto. Il compito del giocatore è quello di comandarli con saggezza e fare attenzione agli ostacoli e ai nemici lungo la strada, per evitare che periscano in qualche trappola o, peggio, vengano mangiati! Più si va avanti più viene naturale gestire il proprio esercito in maniera efficiente, e i giochi sono strutturati in modo da favorire un’alta rigiocabilità per spingersi a migliorare, partita dopo partita. Che sia la vostra prima volta o che siate ormai veterani, Pikmin riesce sempre a intrattenervi grazie alla semplicità che offre.

Guardate che amoriii!

Dunque, come inizia la nostra avventura? Prima di tutto ci viene detto che Olimar si schianta su PNF-404 e deve recuperare i pezzi della sua amata nave spaziale, la Dolphin. Il povero capitano sembra abbia un abbonamento ormai per schiantarsi su questo pianeta… dopo una breve sezione tutorial con lui, utile per familiarizzare con i comandi del gioco, passiamo al vero e proprio protagonista di questa storia: tu! Ma anche lei! Ma anche io! Per la prima volta nella serie non impersoniamo un personaggio specifico, ma abbiamo a disposizione un editor di personaggi (purtroppo limitato) con cui creare il protagonista. Questo personaggio è l’ultima recluta della squadra di soccorso che è partita per PNF-404 per salvare Olimar, che è riuscito a inviare un segnale S.O.S. mentre cercava i pezzi della Dolphin. Ma c’è un problema: anche la squadra di soccorso si è schiantata! Tutti ripongono le loro ultime speranze su questa nuova recluta, che prontamente parte per il pianeta e inizia così la sua missione di salvataggio.

Il ritorno dei Pikmin e... un cane?

Come in ogni capitolo della serie, il primo giorno ha il solo scopo di far familiarizzare il giocatore con il mondo di gioco. Non appena atterriamo, affrontiamo una giornata senza tempo limite in cui salviamo due membri della squadra di soccorso, Shepherd e Collin, e il cane da soccorso Occin, che ci accompagna in ogni esplorazione. Lo scopo del gioco non è solamente salvare i membri della squadra di soccorso e il capitano Olimar, ci sono molti altri obiettivi che vengono sbloccati man mano che si prosegue nella storia; i due scopi principali si possono riassumere nel salvataggio di tutte le persone che sono naufragate sul pianeta (oh? Pensavate ci fossero SOLO la squadra e Olimar? E invece…) e nel collezionare tesori sparsi per le aree. I tesori possono variare da oggetti di uso comune, a frutta e verdura, a vere e proprie citazioni Nintendo come un Game Boy Advance SP o un carillon che, quando spostato, suona la dolce melodia della Pianta Piranha di Super Mario 64 mentre dorme. Perché raccogliamo i tesori? Perché essi contengono un componente chiamato luminum, una sorta di energia necessaria alla nave della squadra di soccorso per ampliare il proprio raggio di ricerca (sbloccando così altre nuove aree) e permettere infine alla nave di lasciare il pianeta, una volta che le missioni saranno state portate a termine.

Ogni giornata inizia nell’accampamento, in cui è possibile interagire con i naufraghi salvati e con i membri della squadra di soccorso. Ha la funzione di hub principale del gioco, e da qui si può accedere a tutte le modalità presenti e all’attivazione di diversi incarichi secondari da portare a termine per ricevere ricompense. Quando ci sentiamo pronti per partire all’esplorazione, ci basta parlare con Collin e selezionare un’area. Abbiamo due potentissime creature a nostra disposizione nelle esplorazioni, i Pikmin e il cane Occin. I Pikmin sono le creature che conosciamo e amiamo da tempo. Oltre ai tipi già esistenti nei giochi precedenti (rossi, gialli, blu, viola, bianchi, rocciosi e alati), viene introdotto un ottavo tipo, il Pikmin gelato, che è in grado di congelare i nemici e le superfici d’acqua, rendendole così attraversabili. Otto tipi di Pikmin più Occin sembra un insieme abbastanza pesante da gestire, per questo motivo il gioco pone il limite di portare con sé solamente tre tipi di Pikmin alla volta. Una limitazione che trovo sensata e funzionale, non c’è mai stato un momento in cui avrei voluto più tipi di Pikmin contemporaneamente, ed è possibile cambiarli in qualunque momento della giornata. Degno di nota anche il fatto che le aree sono molto più grandi rispetto agli altri giochi, e per questo motivo è possibile spostare la propria base in diversi punti per facilitare il trasporto dei Pikmin e la gestione della squadra.

L'assenza del naso rende Occin piuttosto inquietante, però.

Occin, invece, è una via di mezzo tra un capitano e un Pikmin: quando è nella squadra del giocatore, lo si può comandare come un Pikmin per farlo attaccare, fargli trasportare qualcosa o fargli distruggere un ostacolo; tuttavia, lo si può anche comandare in solitaria, e a quel punto assume a tutti gli effetti il ruolo di un secondo capitano. Potete quindi tirare un sospiro di sollievo, non è vero che abbiamo esclusivamente un solo personaggio che può comandare i Pikmin in queste aree gigantesche. Il capitano può anche esplorare in groppa a Occin, e questo fido cagnolino è in anche grado di saltare, aprendo così la strada a piccole fasi platform. Esplorare un’area fa passare del tempo, e quando arriva il tramonto occorre recuperare tutti i Pikmin prima che vengano dispersi e finiscano come prede indifese delle creature che diventano più attive e aggressive.

Caverne e sfide

Nelle aree da esplorare si trovano anche degli ingressi che portano alle cave, zone sotterranee simili a quelle che abbiamo già conosciuto in Pikmin 2. È proprio nelle cave che troviamo buona parte dei Pikmin selvatici a cui normalmente non abbiamo accesso fino alle fasi più avanzate del gioco e, naturalmente, i naufraghi. Nelle cave si può anche aumentare momentaneamente il limite massimo di Pikmin che si può avere con sé, reclutando quelli selvatici, e il tempo scorre molto più lentamente: la quantità di tempo trascorsa nel sottosuolo corrisponde a ⅙ di quello che trascorre in superficie. Non preoccupatevi troppo quindi di quanto tempo impiegate ad esplorare una cava, non vi corre dietro nessuno.

Ci sono delle cave, però, alla cui entrata possiamo vedere una curiosa figura nelle sue vicinanze, prima che quest’ultima ci si tuffi dentro: si tratta di un fogliolino, un altro tipo di naufrago che si è schiantato su PNF-404, ma che a differenza dei civili è stato tramutato in un essere che può respirare senza problemi il velenoso ossigeno del pianeta; risulta inoltre ossessionato dal Dandori, una sacra arte che consiste nell’eseguire nel modo più efficiente possibile una serie di compiti. Per portarlo alla base nella speranza di curarlo è necessario portare a termine una sfida da lui proposta, la sfida Dandori: si tratta di una piccola mappa in cui occorre portare alla base la maggior parte dei nemici e dei tesori entro un tempo limite, in maniera simile alla modalità Missioni presente in Pikmin 3. Quando la sfida viene vinta, il fogliolino sviene e lo si può portare in sicurezza all’accampamento. Le sfide Dandori sono ben strutturate e spingono il giocatore a padroneggiare il cosiddetto “Dandori”, ma è un peccato che in ognuna di esse si possano usare solo i tipi di Pikmin scelti dal gioco.

Accessori rossi, tuta familiare e un naso enorme. Chi diavolo è questo tipo?!

Attenzione, perché la sfida Dandori non è l’unico tipo di cava alternativa. In altri casi si può invece vedere uno strano fogliolino dalle sembianze particolarmente sospette, che chiameremo Mr. O, che porta con sé un naufrago all’interno di una cava, facendosi aiutare da un’adorabile cagnolina verde. Il naufrago viene trasportato alla cipolla di Mr. O e viene subito trasformato in fogliolino. Per poterlo salvare, occorre sconfiggere il temibile Mr. O in una battaglia Dandori, una modalità in cui occorre accumulare più punti dell’avversario entro il tempo limite. I punti si ottengono facendo nascere Pikmin, trasportando tesori alla cipolla e così via. Più si va avanti nella storia, più regole vengono aggiunte. Le battaglie Dandori, disponibili anche dal menù principale in multigiocatore, si svolgono in una visuale split screen per permettere al giocatore di vedere cosa fa l’avversario, ma trattandosi di un avversario comandato dalla CPU essa può risultare più fastidiosa che d’aiuto, l’avrei lasciata solamente per le volte in cui viene utilizzata in modalità multigiocatore.

Fasi notturne

Questo è quanto riguardo le esplorazioni diurne, il gameplay loop si incentra sull’esplorare, collezionare tesori, recuperare naufraghi e vincere le sfide e le battaglie Dandori… aspetta, “esplorazioni diurne”? Perché specificarlo? In Pikmin non si è sempre esplorato solo di giorno? Beh, ecco un’altra succulenta novità: in questo gioco si può finalmente esplorare anche di notte! “Esplorare” forse è un termine un po’ esagerato, perché il genere di gioco cambia completamente in queste fasi, ma la sola aggiunta già lo rende più che appetibile. Allora, cosa si fa di notte? Anzitutto, scordatevi i vostri Pikmin, potete portare con voi solamente Occin! Ma non disperate, perché già nei primi secondi della vostra prima esplorazione notturna verrete introdotti al secondo nuovo tipo di Pikmin di questo gioco, il Pikmin iridescente. Questi esserini sono disponibili solo nelle fasi notturne, sono resistenti a tutti gli elementi e possono fondersi per creare un’enorme sfera di luce che può paralizzare i nemici. Insomma, sono parecchio forti, e forse è per questo che non osano mostrarsi in superficie quando si fa giorno. Nelle fasi notturne il nostro scopo non è quello di cercare naufraghi e tesori, bensì quello di proteggere le luminotane, che è dove risiedono i Pikmin iridescenti, dalle creature ostili. Quando una fase notturna finisce e le luminotane sono al sicuro, esse rilasciano del nettare iridescente, necessario per curare i fogliolini portati all’accampamento per scoprire finalmente chi sono e come sono finiti su questo pianeta.

Questi tipetti hanno quasi surclassato i bianchi nella mia classifica di Pikmin preferiti. Quasi!

Il genere che più trovo vicino alle fasi notturne è quello di “tower defense”, ossia un genere dove occorre impedire ai nemici di raggiungere l’obiettivo che il giocatore invece deve proteggere. Un cambio di genere che, in realtà, ci sta perfettamente nel contesto del gioco: le creature sono molto più aggressive di notte, non ha senso andare ad esplorare; il genere in sé, inoltre, rimane pur sempre strategico, quindi non si va a stravolgere nulla nel mondo di Pikmin. L’ho trovata un’aggiunta fantastica, una sola lamentela che ho da fare è che ne avrei volute di più, sono disponibili in quantità limitata e in determinati luoghi (come se fossero dei livelli) e durano molto meno rispetto alle esplorazioni diurne. Spero continueranno a proporle in eventuali capitoli futuri della serie, con la possibilità di espanderle (magari aggiungendo pezzi di mappa accessibili solo di notte? Chissà…)

Una miriade di contenuti

Ora ho davvero detto tutto quello che c’è lato gameplay, veniamo rapidamente al contenuto che il gioco offre. (Attenzione, in arrivo degli spoiler!) In poche parole, è fuori di testa. Si vede e si sente che questi 10 anni sono stati spesi bene, e che si sono presi tutto il tempo necessario per svilupparlo. Le aree sono molto più grandi e sono di più (6 in totale, contro le 4 + 1 eventuale area piccola finale degli altri capitoli), tutti i tipi di Pikmin sono disponibili nella modalità storia, abbiamo a disposizione una moltitudine di oggetti e dispositivi che potenziano il giocatore e Occin e che siamo liberi di usare o non usare, è presente un’intera modalità secondaria che ricorda Pikmin 1… per non parlare degli innumerevoli riferimenti agli altri giochi della serie. Che sia qualche specifico dialogo, o un punto specifico di una cava, o l’intero funzionamento di una cava specifica, questo gioco strizza l’occhio di continuo ai fan della serie che hanno avuto modo di giocare e amare i primi tre giochi. E per i novizi, state tranquilli, non sono mai riferimenti troppo specifici o necessari per capire qualcosa, sono tutti quanti messaggi velati! Ho completato tutto al 100% e ho impiegato 40 ore di gioco. Per fare un metro di paragone, Pikmin 2 e Pikmin 3 Deluxe richiedono poco meno di 30 ore per il 100%. Ci ritroviamo davanti, quindi, il gioco più grande dell’intera serie, che difficilmente darà un senso di vuoto o di incompletezza ai giocatori.

Ma quanto è bello trovare le citazioni Nintendo nei giochi?

L’accampamento è anche pieno di tante chicche interessanti. C’è la Piklopedia (con gli appunti del naufrago Dalmo e altri due personaggi), il catalogo dei tesori (anche questo con gli appunti di Schnoz e altri due personaggi), la possibilità di potenziare Occin addestrandolo, i tanti incarichi diversi, gli innumerevoli dialoghi dei naufraghi che hanno tante cose da raccontare (e tante altre strizzate d’occhio ai fan). Forse di queste 40 ore almeno 5 le ho passate all’accampamento solo per il gusto di farlo, ma sono state 5 ore che non ho minimamente sentito. Le descrizioni di tesori e nemici sono carismatiche ai livelli degli altri giochi, e la maggior parte dei naufraghi sono personaggi interessanti, ciascuno con una storia da raccontare.

L'accessibilità, a volte, è troppa

Veniamo ora alle due note maggiormente dolenti del gioco, sfortunatamente entrambe lato gameplay. La prima è il numero minimo necessario di Pikmin da mandare su un oggetto o un nemico da raccogliere: quando questo numero viene raggiunto, il gioco blocca l’input per un secondo, e se si vogliono mandare altri Pikmin ad eseguire il trasporto occorre lanciarli dopo aver aspettato quel breve lasso di tempo. Non è particolarmente fastidioso all’inizio, ma la limitazione si fa sentire particolarmente nelle sfide Dandori. Più Pikmin del necessario su un oggetto non sono inutili, anzi, rendono il trasporto più veloce, facendo risparmiare preziosissimi secondi per tentare di fare il miglior risultato possibile. Sarebbe stato comodo o togliere questa restrizione nei casi in cui si presenta il tempo limite, o renderlo direttamente disattivabile dalle opzioni. L’altra nota dolente, purtroppo, è molto più invadente: la mira automatica. Non sono io che decido dove lanciare il Pikmin, è il gioco che decide per me. Nella maggior parte dei casi è oggettivamente utile, ma quelle volte in cui ci sono più oggetti in campo e voglio mandare un Pikmin verso un punto specifico, spesso occorre richiamarlo col fischietto e provare di nuovo. Fa perdere tempo, e paradossalmente va contro la filosofia “Dandori” di cui il gioco parla più e più volte. Non solo, esistono casi in cui i Pikmin stessi possono andare incontro a morte certa per colpa della mira automatica, perché magari il gioco dà la priorità al tesoro che si trova vicino a un nemico ancora da sconfiggere piuttosto che un materiale leggermente più lontano, ma in zona sicura. La cosa più fastidiosa è che si tratta di una caratteristica che avrebbero potuto rendere disattivabile dalle opzioni, e non capisco perché non l’abbiano fatto. Chissà, magari con un futuro aggiornamento…

A occhio e orecchio

Graficamente Pikmin 4 è una gioia per gli occhi. Temevo che la visuale mostrata dal punto di vista dei Pikmin avrebbe un po’ peggiorato il feeling, ma sono felice di essermi completamente ricreduto. Le aree sono ricche di dettagli e ogni cosa è assai piacevole da vedere, che sia un semplice fiore per terra o un intero barbecue spento sopra il quale è possibile camminare. Anche la colonna sonora e il sound design non sono da meno, alternando brani rilassanti come c’è da aspettarsi in un gioco di Pikmin a tracce molto più frenetiche e ansiogene che contribuiscono ad immergersi con più efficacia in questo fantastico mondo. La trama è un po’ confusa e ciò ha creato molta speculazione tra i fan, ma non sembra esserci nulla che cancelli gli eventi di altri giochi della serie.

Conclusione

I tesori
  • Gameplay accessibile, divertente e soddisfacente
  • Fasi notturne
  • Una vera gioia per gli occhi
  • Tanti contenuti, il gioco più ricco della serie
27/30
Le mititi
  • Le sfide e le battaglie Dandori sono un po' limitate
  • Le fasi notturne sono poco presenti
  • Le funzioni di "accessibilità" a volte sono un ostacolo

In conclusione, non posso che ritenermi estremamente soddisfatto. Questo gioco mi ha portato a creare La Tana dei Pikmin e Pikipedia. Avevo tanta paura. Paura che non si rivelasse all’altezza, paura che avesse poca ambizione, paura che ci giocassero in pochi. Non credo di essere in grado di esprimere a parole la felicità che provo nell’essere stato smentito su tutti questi timori.

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